Ogni giorno respiriamo circa 22.000 volte. La maggior parte di queste respirazioni avviene all’interno di edifici: scuole, uffici, case, RSA, ospedali. Eppure continuiamo a parlare quasi esclusivamente di inquinamento outdoor.
Un recente approfondimento pubblicato da Techno One porta alla luce un dato che dovrebbe farci cambiare prospettiva immediatamente: l’inquinamento indoor costa al Paese fino a 111 miliardi di euro l’anno.
🔍 L’aria esterna migliora (in alcune zone), quella interna no
Secondo il Bilancio della qualità dell’aria 2024 per la Lombardia, alcune aree mostrano un lento miglioramento della qualità dell’aria esterna.
Ma in città come Milano il trend è opposto: PM10 medio passato da 27,8 µg/m³ (2023) a 30 µg/m³ (2024).
Questo significa che:
- Se l’aria fuori è ancora critica
- E gli edifici non dispongono di adeguati sistemi di ventilazione e monitoraggio
➡️ l’aria che respiriamo indoor può peggiorare, non migliorare.
🏫 Scuole e ospedali: i punti più critici
Secondo i dati dell’Osservatorio Qualità Aria Indoor (OQAI) — progetto nato da Università Bocconi e Università Milano-Bicocca — l’inquinamento indoor genera:
- Costi sociali tra 53 e 111 miliardi €/anno
- Perdite di produttività
- Giorni di malattia
- Aggravio sanitario
- Aumento di patologie croniche e conseguenze a lungo termine
Gli ambienti più fragili risultano essere:
- Scuole, dove bambini e adolescenti trascorrono molte ore in spazi chiusi
- Ospedali e RSA, che dovrebbero garantire proprio condizioni ottimali per il recupero
🌬️ Perché l’inquinamento indoor è più subdolo dell’inquinamento outdoor
L’aria interna può contenere un mix di sostanze generate da:
- attività umane (respirazione, cucina, detergenti)
- materiali di arredo e costruzione (VOC)
- stampanti, apparecchiature, apparecchi elettrici
- scarso ricambio d’aria
- infiltrazioni di inquinanti esterni
E a differenza dell’aria esterna, non ha una rete pubblica di monitoraggio costante.
💡 Le soluzioni ci sono (e oggi sono più accessibili che mai)
Le raccomandazioni dello studio OQAI includono:
- Ventilazione meccanica controllata adeguatamente dimensionata
- Filtrazione avanzata dell’aria
- Manutenzione certificata degli impianti aeraulici (non solo cambio filtri)
- Monitoraggio continuo della IAQ con sensori professionali
- Gestione predittiva delle condizioni ambientali
🏢 Come iComfort e Nuvap affrontano il problema
iComfort e Nuvap lavorano da anni per rendere misurabile, comprensibile e gestibile la qualità dell’aria indoor attraverso:
- sistemi integrati di monitoraggio multi-parametro (PM, VOC, CO₂, radon, gas, comfort ambientale)
- algoritmi predittivi e logiche smart per l’ottimizzazione degli impianti
- dashboard unificate per facility manager, scuole, RSA, aziende
- strumenti certificati per la valutazione del rischio indoor
- integrazione con strategie ESG e percorsi di sostenibilità
- supporto per certificazioni WELL, Fitwel, LEED
Non solo per risolvere un problema: per creare un nuovo standard di benessere negli edifici.
📘 Fonti estese e materiali utili
- Articolo Techno One
https://www.techno-one.it/osservatorio/qualita-aria-lombardia-inquinamento-indoor/ - ARPA Lombardia – Rete di monitoraggio
https://www.arpalombardia.it/temi-ambientali/aria/rete-di-rilevamento/ - Informazioni generali sulla qualità dell’aria interna
https://it.wikipedia.org/wiki/Qualit%C3%A0_dell%27aria_interna
Conclusione
La salute indoor non è una questione privata: riguarda la collettività, la scuola, il lavoro, l’economia, e il futuro delle città.
In un mondo dove trascorriamo oltre il 90% del tempo in spazi chiusi, non possiamo più ignorare cosa accade dentro gli edifici.
iComfort e Nuvap continueranno a lavorare affinché il benessere indoor diventi una nuova normalità, non un privilegio.


