La modalità del lavoro ibrido sembra che sarà una costante futura, ma tutto dipenderà dalla capacità della cultura aziendale di accoglierla e farla propria.
In Italia abbiamo gli strumenti adatti per vivere correttamente questa transizione?
Partiamo dal principio
Il Covid-19 ha creato un contesto di emergenza lavorativa in cui le aziende hanno dovuto assumere nuovi comportamenti molto rapidamente. Ma oggi è sempre più evidente che alcuni di quei modelli potrebbero assestarsi nel tempo, anche dopo che la pandemia si sarà ritirata. Molte dinamiche si manterranno nel futuro, rimodellando così l’attitudine al lavoro e di conseguenza, i luoghi e gli asset che lo contraddistinguono.
L’impatto più visibile della pandemia sul mondo del lavoro è stato l’aumento dei dipendenti che lavorano da remoto, fatto che oggi sta tendendo a stabilizzarsi nella forma dell’Hybrid Working, una modalità mista tra lavoro in presenza e lavoro a distanza.
Il lavoro ibrido
Oggi “lavoro ibrido” si può tradurre con “digitalizzazione completa di tutti i processi”.
Si tratta di un nuovo modello di lavoro che non impatta solo sulla comunicazione, ma investe tutta una serie di azioni che vedono il rapporto spazio di lavoro – lavoratore come non separati in maniera netta, ma integrati fra di loro.
In altre parole, presenza digitale e presenza fisica non sono da intendersi come due modalità contrapposte, ma compresenti, alternabili, per una migliore produttività, un migliore benessere e una maggiore ottimizzazione di tutto il flusso di lavoro.
iComfort riesce attraverso la tecnologia a creare un ambiente a prova di futuro. Riusciamo a suggerire gli spazi corretti per ogni dipendente , in base alla sua profilazione, ai colleghi e alle sue preferenze, in modo che ognuno possa avere un luogo perfetto dove lavorare, non solo in ufficio!
Il paradosso del lavoro ibrido
Secondo il Work Trend 2021, Annual Report, il 73% dei dipendenti preferisce mantenere uno stile di lavoro flessibile, mentre il 67% preferisce lavorare incontrando le persone fisicamente.
Questo cosa significa?
I dipendenti vogliono il meglio di entrambi i mondi: da un lato la flessibilità di poter lavorare da remoto, dall’altra quella di sentirsi connessi con il team e con i valori aziendali.
È chiaro che il lavoro flessibile è qui per restare. Infatti, per prepararsi a questa evenienza, il 66% dei responsabili delle decisioni aziendali sta valutando la possibilità di riprogettare gli spazi fisici per adattarsi meglio agli ambienti di lavoro ibridi. I dati parlano chiaro: estrema flessibilità e lavoro ibrido definiranno il posto di lavoro post-pandemia.
Lavoro ibrido e cultura della connessione viaggiano di pari passo
Una ricerca di Workhuman sull’impatto che la pandemia sta avendo sul modo in cui lavoriamo ha rilevato che i lavoratori si sentono:
- più ansiosi (37%)
- isolati (31%)
- sopraffatti (28%)
- meno motivati (24%)
La causa maggiore citata dal 59% degli intervistati è: “meno collegamento umano”.
Quindi, se l’ibrido è davvero qui per restare, promuovere una cultura della connessione non è più un optional.
Reimmaginare il lavoro vale anche per la cultura. Prima della pandemia, la cultura aziendale era spesso associata al caffè freddo e ai gadget gratuiti, i maggiori vantaggi forniti da un’azienda. Ora che i dipendenti hanno lavorato per alcuni anni da casa senza che molti dei vantaggi dell’ufficio si travestissero da cultura, le organizzazioni vengono messe alla prova. Considerando che il 59% degli intervistati sopra ha citato la “meno connessione umana” come causa del burnout, sembra che alcune aziende non siano state in grado di mantenere una cultura della connessione nel modello di lavoro ibrido.
iComfort, tramite il suo sistema di booking, mette a disposizione del dipendente uno strumento denominato “stato di lavoro”, tramite il quale ogni dipendente può organizzare le proprie giornate, facendo sapere al suoi amici dove sarà e permettendogli di accedere in ufficio. Questo permette una più facile gestione del lavoro ibrido.
Tecnologia per il coinvolgimento e cultura della connessione
È chiaro che in questo contesto la tecnologia gioca un ruolo fondamentale, là dove con tecnologia si intende la funzione di “facilitare e di avvicinare”.
Uno studio su oltre 1.500 knowledge worker ha rilevato che i dipendenti insoddisfatti delle loro offerte e strumenti tecnologici hanno il doppio delle probabilità di essere esauriti e la metà delle probabilità di essere generalmente soddisfatti del proprio lavoro. Considerano i loro datori di lavoro come responsabili della fornitura della giusta tecnologia di cui hanno bisogno per svolgere il loro compito.
Questo alimenta una buona cultura della connessione, ovvero un rafforzamento del legame fra dipendente e azienda a cui accennavamo sopra.
È infatti statisticamente provato che un lavoratore felice del proprio posto di lavoro non solo produce qualitativamente meglio, quantitativamente di più e rimane più fedele, ma trasmette anche al di fuori della stessa i valori portanti, migliorandone sempre di più l’immagine.
Fornire ai dipendenti esperienze cloud personalizzate, social e connesse ai dispositivi mobili, è un enorme fattore di coinvolgimento.
Raggiungere gli obiettivi legati allo smart office e all’hybrid working significa creare esperienze totalmente nuove per le persone che lavorano nel building. Creare una sinergia ottimale tra tutti i team coinvolti è la chiave per cooperare al meglio, sulla base di decisioni informate e sempre data-driven.
Il sistema di booking di iComfort è l’esperienza personalizzata a cui ogni dipendente non può fare a meno. Al primo Login dell’applicativo l’utente verrà profilato, le risposte verranno unicamente usate per migliorare l’esperienza all’interno dell’applicativo e nella giornata in ufficio.
L’applicaivo viene aggiornata in base alle preferenze dell’utente in modo dinamico e continuo. Verranno forniti consigli sulla giacenza in ufficio, mensa, rientro a casa e stato degli altri colleghi.
Il futuro del lavoro è attualmente in costruzione
Sostenere la cultura ibrida richiede alcuni tentativi – dopo tutto, stiamo tutti imparando mentre procediamo – ma ci sono metodi provati e veri per sostenerci strada facendo. Uno di questi metodi è appunto l’adozione della cultura della connessione trattata sopra, che permette di unire maggiormente i dipendenti allineando il loro lavoro ai valori dell’azienda.
Poiché questo potrebbe essere più difficile da ottenere in un mondo ibrido, i leader devono essere molto più attenti nel comunicare come ogni dipendente contribuisce alla missione generale.
Questione sicurezza
La tendenza crescente al lavoro ibrido apre anche una serie di domande su quella che sarà la questione sicurezza.
Smart working o hybrid working altro non sono che movimenti di apertura verso l’esterno. Perché se il lavoro deve diventare possibile ovunque ci si trovi, è chiaro che si esce dalla protezione della mura dell’ufficio e si viaggia in uno spazio potenzialmente senza limiti, in cui il dato diventa la prima cosa da proteggere.
Il tema della sicurezza non è però legato solo al dato, ma anche, in senso più ampio, a tutto il sistema a esso connesso.
I tempi in cui i dipendenti si sedevano alle loro postazioni fisse, cinque giorni alla settimana, sono finiti. Gli spazi devono essere ridimensionati, così come i sistemi di prenotazione, compresi anche i modi in cui si accede e si beneficia della sede lavorativa.
È da qui che partono i facility manager e gli amministratori di edifici lungimiranti, per creare spazi di lavoro sicuri che favoriscano la collaborazione fra i dipendenti e per fare sì che le nuove modalità lavorative si integrino alla perfezione sia con le aziende, sia con le esigenze di lavoratori.
L’evoluzione è già in atto
In conclusione è evidente ormai a tutti che il mondo del lavoro ha portato profondi cambiamenti nel modo di intendere e di praticare la maggior parte delle professioni.
E la tecnologia stessa sta permettendo a questi cambiamenti di diventare radicali, sintomo di un’evoluzione necessaria per le esigenze delle aziende stesse e dei loro dipendenti.
iComfort è un partner ideale per realizzare in generale ambienti più intelligenti, partendo dall’analisi dei dati e personalizzando i servizi affinché il lavoro ibrido trovi una cultura adeguata a svilupparlo e a sostenerlo.